1. Solcare il caos del mondo

    AvatarBy Elias il 27 Feb. 2024
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    La rosa dei venti

    Edited by Elias - 29/2/2024, 12:22
    Last Post by Elias il 27 Feb. 2024
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  2. Premesse per navigare il caos

    AvatarBy Elias il 24 Feb. 2024
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    "Conosci te stesso"

    Ogni filosofia nasce "dallo sguardo verso l'abisso". Si osserva l'oscurità e il nulla per conoscere, perché l'esigenza di conoscenza è mossa dalla paura e dall'inquietudine verso l'ignoto.
    La massima emblematica "conosci te stesso" ("gnōthi sautón") , dell'oracolo di Delfi, esprime "il primo sguardo verso l'abisso". L'interpretazione di questa frase è dibattuta da diversi studiosi, dato che non è semplice decifrare e ridurre in una definizione ben precisa la potenza del suo significato. Sicuramente è la prima grande frase filosofica perché esprime l'inizio di ogni pensare e quindi conoscere. Conoscenza e consapevolezza, prima di tutto, secondo gli studiosi, "della propria limitatezza e finitezza".
    "Conosci te stesso", ossia "abbi coscienza della tua precarietà nel mondo".

    "Conosci te stesso" è il primo passo per maneggiare gli strumenti della filosofia.
    Oltre a constatare la propria limitatezza in relazione al mondo circostante, quindi accettare di essere per condizione degli erranti al cospetto dell'indomabile, "lo sguardo rivolto verso l'abisso" non è solo autoconsapevolezza ma anche già "pensiero errante", ossia la razionale intenzione umana di conoscere il mondo per costruire poi successivamente "regole" che possano navigarlo.

    Oggi la conoscenza è affidata soprattutto al progresso tecno-scientifico, che in termini pratici ed empirici coordina le nostre azioni secondo scoperte e traguardi già raggiunti da tempo, ma lasciando comunque aperta una spaccatura con il progresso umano che si trova smarrito in ogni direzione, ed è qui che la filosofia deve entrare in gioco per cercare di riconciliare, ancora attraverso la conoscenza, quell'enorme distanza venutasi a creare tra benessere economico e benessere psicologico.

    La conoscenza è estremamente importante anche nella nostra piccola realtà in cui viviamo ogni giorno, come singoli individui gettati nell'esistenza. I problemi pratici della vita quotidiana derivati dal lavoro, dal denaro, dalle relazioni, dalle amicizie e da ogni esperienza che viviamo in prima persona ogni giorno, vanno affrontati indubbiamente attraverso la conoscenza; ciò significa che è importante allenare la propria mente a "fare filosofia", conoscere e identificare i problemi in modo obiettivo per agire di conseguenza nella loro risoluzione per quanto ci è possibile, conoscere se stessi e il mondo circostante che ogni giorno invade il nostro vivere, scegliere e agire con consapevolezza per garantire al massimo in nostro benessere psico-fisico, riscoprendo e rifondando filosofie della vita necessarie per solcare il caos del mondo.


    "Diventa ciò che sei"

    Il processo di individuazione, elaborato nell'ambito della psicologia analitica, esorta a div...

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    Last Post by Elias il 24 Feb. 2024
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  3. L'ordine triangolare della condizione umana

    AvatarBy Elias il 18 Jan. 2024
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    L'errante

    L'essere umano è vincolato nella condizione della sua fragile esistenza, la coscienza lo contraddistingue; egli ha consapevolezza della sua precarietà nel mondo, del caos che ha intorno a sé, e delle forze esterne al di fuori dal suo controllo. Il fondamento di ogni pensare è frutto della coscienza umana, che evolvendosi in intelletto abbandona miti e religioni, esigendo verità razionali al suo esistere nell'esperienza. L'esigenza di verità, quindi nell'esperienza, ha portato all'estremo il pensiero tecno-scientifico che, non solo esclude ogni via irrazionale e misticismo, ma emargina anche ogni fondamento ideologico etico-sociale prodotto dalle filosofie del passato.

    L'essere umano è l'errante, il pensante, il viandante; colui che per condizione è costretto a vagare senza sosta nella selva del suo incessante vivere, è in uno stato di continua percezione ed esperienza della realtà; questo genera in lui una dimensione emozionale interiore in cui sperimenta sentimenti e sensazioni costantemente volubili e passeggeri, perché il suo relazionarsi con la realtà circostante lo espone continuamente sfide e ostacoli. Ogni traguardo che egli raggiunge non è mai un raggiungimento stabile ma sempre qualcosa di oltrepassabile dall'avanzare incessante delle forze indomabili che lo circondano. L'uomo è un animale sociale per condizione costantemente errante.
    L'errante è quindi anche il singolo individuo di oggi che, pur vivendo nel progresso della tecnica, di fronte a ciò che non può controllare affronta i medesimi problemi del passato. Tuttavia il progresso tecnico lo vincola ulteriormente in uno stato di alienazione, derivato dall'impostazione di vita basata sul lavoro e sul denaro, da cui non può sottrarsi. Il progresso tecnico che egli ha creato è una risposta alla sua condizione, ossia l'esigenza stessa di verità che lo porta ad essere un errante e quindi un aspirante sognatore della libertà; nell'inverarsi del pensiero tecnico-scientifico c'è una volontà sotterranea di riscatto. La sua grande sfida oggi, in quanto errante, è saper piegare a proprio vantaggio la tecnica che ha creato al punto che la conseguenza non sia "alienazione" ma "liberazione".
    L'errante è il soggetto che vive la vita in prima persona e sperimenta sulla propria pelle i problemi attuali della società, vive le nevrosi e fronteggia i costanti disagi delle esigenze della vita moderna, vive nella libertà imposta dalla società del lavoro in cui domina il potere del denaro, il suo avere determina il suo essere. L'errante è colui che cammina senza sosta per restare il più possibile nella verità che continua a sfuggirgli, intraprende sentieri e li interrompe, costruisce ponti non eterni ma eternamente necessari. L'errante è anche l'individuo che si fa collettività e cerca un modo efficace per autogestirsi, per esempio attraverso la politica.


    L'...

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    Last Post by Elias il 18 Jan. 2024
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  4. Il pensiero errante. L'importanza della filosofia

    AvatarBy Elias il 18 Jan. 2024
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    Il terrore che muove il pensiero. Che cos'è la filosofia

    La filosofia oggi ha un significato troppo generale e inconsistente, è frammentata in diverse interpretazioni e parcellizzata di scienza in scienza, suona nella quotidianità come una parola svuotata di senso, e viene approssimata con "amore per il sapere"; un significato troppo debole, inadatto ad esprimere la sua viscerale profondità umana.
    Date queste premesse, occorre quindi fare chiarezza e capire cos'è veramente la filosofia, avanzare le domande adatte per comprenderne l'utilità e riscoprire la sua importanza. Cosicché la filosofia non possa essere "un argomento tra gli altri", ridotto a una sorta di "passione per il sapere", ma "l'argomento sugli altri" che ha determinato fino ad oggi il nostro destino.

    Secondo Aristotele la filosofia nasce da "THAUMA", che non significa semplicemente meraviglia, come un mite atteggiamento di stupore in ciò che ci incuriosisce, ma qualcosa di estremamente profondo e tellurico; "THAUMA" originariamente significa "terrore", "angosciante stupore", "inquietante meraviglia", "paura".
    Nel significato etimologico del termine; "PHILO" sta per "amore", "cura", "attenzione", "tensione verso" ; "SOPHIA" sta per "sapienza", "ciò che sta in luce", "ciò che non si può smentire", "verità".

    La filosofia è l'attenzione per la verità e nasce dalla thaumante paura del dolore e della morte. L'uomo arcaico inizia ad osservare l'abisso e a sperimentare il terrore di fronte alla sua immensità. Egli è ostile a tutte le forze al di fuori del suo controllo che lo rendono piccolo, insignificante e dannatamente mortale, inventa quindi rimedi per proteggersi dal dolore e allontana il più possibile le tenebre dai suoi orizzonti.

    Già nell'Antica Grecia i miti erano le prime avvisaglie (seppur primordiali e ancora appartenenti al "sogno") in quanto rivelatrici di un rimedio alle difficoltà della condizione umana. Ma la prima grande figura rivoluzionaria all'interno del mito è Prometeo; Eschilo, nel suo racconto, mette in discussione l'intera dimensione mitica, dandone un taglio più pragmatico e terreno rispetto ai rimedii offerti dal mito, accostandola metaforicamente alle forze naturali esterne alla volontà umana, che Prometeo ("colui che pensa prima"), filantropo e rappresentante del genere umano, vuole padroneggiare attraverso la "téchne" (tecnica). Secondo la mitologia greca Prometeo ruba la tecnica del fuoco agli dei per darla agli uomini, per offrire loro la capacità di costruire invenzioni e rimedi (razionali, pratici e radianti come il fuoco) contro la paura del dolore e della morte, che le forze naturali esterne incessantemente procurano.

    La filosofia nasce dal ...

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    Last Post by Elias il 18 Jan. 2024
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